Allo studio un software per la misurazione delle performance di sostenibilità, perché le aziende attive nel settore del packaging e della cartotecnica mostrano grande interesse per l’innovazione resa possibile dalla digitalizzazione.
Una task-force di settore tra l’industria italiana e tedesca per lo sviluppo del packaging sostenibile.
È l’impegno concordato tra Acimga, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di macchine per l’industria grafica, cartotecnica, cartaria, di trasformazione e affini, e Vdma, associazione dell’industria meccanica tedesca (con 3.200 soci, la più grande associazione industriale d’Europa).
I due enti si sono incontrati in occasione di Future Factory, evento organizzato a Milano da Acimga con il supporto dell’Italian Trade Agency, che ha radunato l’intera filiera del printing, del converting e del packaging.
L’incontro si è svolto nel contesto degli accordi bilaterali sottoscritti tra il Ministero degli Affari Esteri italiano – rappresentato a Future Factory dal sottosegretario Manlio Di Stefano – e il Ministero dell’Economia e dell’Ambiente tedesco, che hanno individuato nelle due associazioni i partner di un percorso di cooperazione tra i poli fieristici di Italia e Germania.
Dal 1947 Acimga è il punto di riferimento nazionale per tutte le tecnologie della stampa, del packaging e del converting per tutte le applicazioni e per tutti i tipi di materiali.
L’associazione conta attualmente 82 soci, che rappresentano oltre il 60% del fatturato totale dell’industria del settore e il 70% del fatturato export.
“L’accordo ha preso il via lo scorso aprile da Drupa Digital, principale manifestazione tedesca dedicata alle macchine per la stampa – spiega Andrea Briganti, direttore generale di Acimga – Future Factory a Milano, è stata la seconda tappa di questo percorso, che intende favorire un più stretto dialogo tra i due paesi sul piano dell’attività fieristica e della promozione a livello globale delle tecnologie per stampa, converting e packaging, in un’ottica più green di quanto sia stato fatto finora.
Un settore in cui Italia e Germania sono due tra i primi tre produttori al mondo, con una quota di mercato complessiva di oltre il 30% a livello globale e di quasi il 40% a livello europeo: le nostre imprese detengono una leadership che ci responsabilizza rispetto alle nuove sfide della sostenibilità legate, in particolare, alle tecnologie per il packaging, su cui oggi si concentra oltre il 90% della produzione delle imprese associate ad Acimga“.
C’è la chiara necessità, puntualizza Briganti, di recuperare alcune dinamiche produttive stravolte dalla pandemia anche in chiave green oltre che futuristiche. E non solo.
Servitizzazione e digitalizzazione sono due delle chiave di volta per una sostenibilità duratura, unitamente alle nuove forme di packaging, oltre che per un vantaggio duraturo altrettanto duraturo.
“Devo aggiungere a questo riguardo che a mio avviso il vero valore competitivo sta nella corporate identity, da una parte il brand e dall’altra il green” conclude Briganti.
Pertanto in futuro le aziende di tutti i settori, non solo quelle indirizzate da Acimga, dovranno preoccuparsi di fare una migliore comunicazione e, insieme all’informazione, sviluppare anche una formazione che privilegi la sostenibilità.
Fonte: Nomisma
In alcuni interventi fatti in occasione di questo evento è venuta anche la indicazione che sarebbe opportuna una gestione il più possibile centralizzata della sostenibilità.
Sia per evitare di disperdere risorse sia per ottenere dalla stessa un migliore ritorno in termini di produttività, che è poi uno dei capisaldi di Industry 4.0. In ambito Acimga, è stato anche detto, si sta perfino studiando per le aziende associate un software per la misurazione delle performance della sostenibilità.
“Le sfide che dobbiamo affrontare sono sostanziali, perché investono una nuova sensibilità da parte del consumatore finale, che oggi premia le scelte sostenibili – afferma Markus Heering, managing director di Vdma, ospite di Future Factory – Dobbiamo promuovere una cultura a livello intranazionale, che coinvolga tutta la catena produttiva del packaging, dai fornitori di materie prime, ai produttori di macchine, dai brand owner, ai consumatori finali. Solo se saremo in grado di sviluppare una collaborazione a livello globale, potremo implementare il paradigma della sostenibilità e renderlo un fattore di profitto per le imprese del settore“.
Il Green aiuta a fare più profitti
All’evento milanese ha partecipato anche Silvia Zacconi, coordinator market intelligence & consumer insight di Nomisma, che ha fornito uno spaccato della sostenibilità livello industria e consumer.
“Una impresa su 4 del settore manifatturiero (5-499 addetti), dice, prevede di investire in prodotti e tecnologie green nel triennio 2021-2023. Una scelta – quella degli investimenti Green – che offre ritorni positivi sui principali indicatori di performance delle aziende italiane.
Nel corso del 2020 è, infatti, superiore la quota di chi ha registrato incrementi di fatturato, occupazione ed export tra le imprese manifatturiere che hanno effettuato ecoinvestimenti rispetto a quelle che non hanno collocato risorse in soluzioni e tecnologie verdi. La nostra ricerca ha permesso inoltre di mettere in luce percezioni, conoscenze, preoccupazioni e azioni dei cittadini italiani rispetto ai temi della sostenibilità e dell’attenzione alla tutela ambientale.
Tra i consumatori, per esempio è sempre più evidente una mobilitazione ambientale legata alla diffusa certezza (dichiarata da quasi 9 italiani su 10) dell’effettiva gravità delle condizioni ambientali attuali.
Tra le tematiche ecologiche che più generano apprensione il riscaldamento globale e il cambiamento climatico (64%), la produzione e il trattamento dei rifiuti (42%) ma anche l’inquinamento atmosferico (36%)“.
Non a caso rivoluzione verde e transizione ecologica rappresentano una delle 6 missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano.
Aspetto fondamentale al punto che il piano destina 69 miliardi di euro a questa missione e cita 465 volte le parole della sostenibilità (sostenibile, sostenibilità, decarbonizzazione, green, ecologia, cambiamento climatico).
Servitizzazione: di cosa si tratta
Un termine di cui si sentirà molto parlare anche nel nostro settore è servitizzazione, traduzione del termine inglese servitizazion; indica un modello di business che si incentra sulla trasformazione delle aziende dalla vendita di un bene/prodotto a un servizio.
Il termine è più utilizzato in ambito industriale che in ambito consumer. Alla base di questa trasformazione del modello di business vi sono due fattori, uno negativo e uno positivo.
Il fattore negativo è la crisi economica che a livello macroscopico ha impattato negativamente sulle aziende, costrette a ridurre drasticamente gli investimenti e anche di un diverso utilizzo dellea forza lavoro.
Il fattore positivo è l’incredibile sviluppo tecnologico di questi ultimi decenni che ha portato ad avere la disponibilità di mezzi di comunicazione sempre più pervasivi e performanti e capacità elaborative incredibili rispetto il loro costo di acquisto.
Per stare all’industria. Perché vendere un tornio, quando posso vendere un servizio che si chiama usa il tornio e me lo paghi a utilizzo?
La servitizzazione è questo: una azienda che produce e vende beni/prodotti li trasforma in una vendita di servizi. Vi sono già esempi eclatanti quali Skf, Komatsu, Ford che hanno spostato il loro focus di business su questo paradigma.
In più la tecnologia ci viene incontro. Su tutte la IIot (Industrial Internet of Things ): potenze elaborative sofisticate a basso costo con capacità di comunicazioni enormi e affidabili che rendono possibili sistemi di controllo e gestione degli apparati mai pensati prima.
Imprescindibile è anche la capacità di poter elaborare la mole di dati ottenuti dagli apparati per farne previsioni sulla loro efficienza e mantenere il livello di servizio che il cliente paga.
I vantaggi immediati per chi fornisce il servizio sono sostanzialmente tre: la fidelizzazione del cliente, l’incremento della conoscenza e la predicibilità del business.
(testo realizzato da Gian Carlo Lanzetti)
L’articolo La strada, tecnologica, verso il packaging sostenibile è stato pubblicato su Magazine Green Planner.