Fiori all’occhiello, dove il verde ha una doppia anima: sociale e ambientale

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Aperto da poco a Milano un negozio di fiori che dà lavoro a ragazzi con disabilità. Il progetto è della Fondazione La Comune che ha preso in gestione anche delle serre. Così piante e fiori vendute in Fiori all’occhiello sono anche coltivate

C’è un nuovo negozio di fiori e piante a Milano. Sta in via Adige 6 ma va detto, non è il solito punto verde. Fiori all’occhiello, questo il nome dell’iniziativa, nasce con lo scopo di far vendere piante e fiori a giovani affetti da disabilità.

Ma non è tutto: ciò che Fiori all’occhiello venderà sarà per lo più prodotto nelle serre di competenza, quelle dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone alle porte di Milano.

Quindi, doppia opportunità per i giovani che riescono a vendere in bottega gran parte di ciò che coltivano direttamente. Così, si impara uno dei mestieri più belli al mondo: quello degli ortoflorovivaisti.

Fiori all’occhiello, dall’idea alla realizzazione

A lanciare l’iniziativa è la Fondazione La Comune, con anni di esperienza nel settore no-profit accanto ai giovani. Per saperne di più abbiamo incontrato Marco Marzagalli, presidente della Fondazione.

Da dove nasce, Marco, l’idea di Fiore all’occhiello?

Fiori all’occhiello è per noi un ulteriore tassello verso la vita indipendente di giovani con disabilità intellettiva. Siamo infatti partiti dall’esigenza di poter costruire per questi ragazzi una vita al di fuori della casa genitoriale, con un’indipendenza e un’autonomia reale.

Abbiamo lanciato 6 anni fa il progetto Le Case Comuni, appartamenti di civile abitazione in cui giovani disabili intellettivi vivono in co-housing con altri giovani della stessa fascia di età normodotati e il passaggio successivo al vivere fuori casa è per forza quello lavorativo.

Con il Covid è diventato decisamente difficile pensare di trovare lavoro per questi giovani, e così lo abbiamo creato: abbiamo preso in gestione le serre dell’Istituto Sacra Famiglia a Cesano Boscone, assunto una giardiniera e tre di loro e dato avvio a una produzione florovivaistica.

Purtroppo, la prosecuzione dell’emergenza pandemica non ha permesso l’aprirsi di queste serre al pubblico, essendo all’interno di una struttura socio-sanitaria e questo stava compromettendo la stessa prosecuzione dell’attività.

Da qui l’idea di aprire un negozio, in cui per di più i giovani potessero sperimentarsi nel rapporto diretto con il pubblico.

Chi lavora oggi in Fiori all’occhiello e quali sono i piani di sviluppo prossimi?

La responsabile del negozio è Jenny, una fiorista esperta, che viene affiancata a turno dai nostri 3 giovani disabili. Abbiamo poi il nostro staff di marketing e di comunicazione, così come abbiamo psicoterapeuti ed educatori che li supportano nel loro costruirsi l’identità di adulti.

Abbiamo deciso di porci sul mercato, come impresa sociale, anche aprendo in contemporanea il settore della manutenzione del verde e quello degli orti didattici, provvedendo quindi anche all’assunzione di Alessandro, un giardiniere professionale con un cuore per il sociale che batte molto forte e siamo riusciti a far partire da poco una Dote Impresa per un altro giovane con disabilità.

In totale quindi nel verde della Fondazione La Comune lavorano 3 dipendenti normodotati, tutti esperti del settore e 4 giovani con disabilità intellettiva 100%.

Il nostro obiettivo è duplice: portare a pareggio l’attività nei primi 6 mesi per poterci permettere ulteriori assunzioni di giovani disabili, potendo anche valutare in quale ramo aziendale – negozio, serre, orti nelle scuole – possono dare il meglio di sé; abbiamo già altri 3 giovani che non vedrebbero l’ora di iniziare a lavorare con noi…

Il pareggio economico lo possiamo raggiungere attraverso il mix di proposte che stiamo strutturando: vendita ai privati di piante e fiori in negozio; fornitura del verde ad aziende, ristoranti e alberghi; manutenzione del verde per privati e per aziende; eventi (matrimoni, feste) e catering floreale per le aziende; orti didattici nelle scuole.

Su quali fondi/sovvenzione potete contare?

Abbiamo avuto un contributo da parte di due aziende sensibili al tema della responsabilità sociale che ci ha permesso di coprire, anche se solo parzialmente, le spese di avvio del negozio.

Per il resto dobbiamo solo contare sulle nostre forze, ovvero sulla capacità di coinvolgere i privati e le aziende, ma anche il settore pubblico per quanto per esempio riguarda la manutenzione del verde o progetti specifici nelle scuole.

Sarà infatti solo creando un sostegno attraverso commesse di lavoro e acquisti di forniture che potremo coprire i costi e guardare con fiducia in avanti.

Quali i passi futuri?

L’obiettivo come ho già detto è quello di avere un’attività economicamente sostenibile, che abbia il suo spazio sul mercato, che attragga privati e aziende, che si rendano conto di come possa essere facile e anche vincente appoggiarsi a un’impresa sociale che dà lavoro a giovani con disabilità, permette loro di mantenersi economicamente e non gravare sulla collettività e, nel contempo, si poggia a professionisti competenti.

La rete che abbiamo alle spalle, oltre ai nostri 3 professionisti interni, spazia dall’architettura del verde alla progettazione di giardini e spazi verdi.

Siamo quindi in grado in altre parole di venire incontro a qualsiasi esigenza dei clienti e in questo stiamo creando pian piano la possibilità, non solo di creare ulteriore lavoro per categorie fragili, ma anche di seguire questi giovani nel loro percorso di vita indipendente.

Aggiungiamo noi che Fiori all’occhiello è aperto ai volontari. Per saperne di più contattate direttamente la fondazione.

L’articolo Fiori all’occhiello, dove il verde ha una doppia anima: sociale e ambientale è stato pubblicato su Magazine Green Planner.