Edilizia e costruzioni, infrastrutture delle città e trasporti: sono questi i tre settori chiave sui quali agire per ridurre l’impronta di carbonio delle nostre città. In che modo? Attraverso lo sviluppo di tecnologie innovative. Uno studio ne identifica 12 dalle quali partire per la decarbonizzazione

Non esiste un unico strumento per contrastare il cambiamento climatico nelle città. Invece, esistono una vasta gamma di tecnologie che possono essere impiegate per portare avanti l’imperativo della decarbonizzazione” sono le parole di James Watson, international head of decarbonisation di Osborne Clarke commentando la pubblicazione del report Sustainable disruption: 12 decarbonising technologies for cities redatto in occasione della Cop26 di Glascow.

Le partnership e la collaborazione richieste per realizzare questi cambiamenti, continua l’analista, possono essere complesse, perché implicano l’allineamento di diversi interessi e priorità.

Da qui la necessità di stabilire relazioni nuove e trasversali ai diversi settori. Infatti, conferma Carlo Gioffrè, head of decarbonisation di Osborne Clarke in Italia, “la decarbonizzazione è un tema ampio e una partita importante che si gioca su più livelli, non solo a livello comunitario ma anche a livello nazionale e locale. In questo scenario, l’Italia ha competenze, visione e – grazie alle ingenti somme messe a disposizione del Pnrr – risorse per raggiungere gli obiettivi prefissati“.

Ma è altresì importante che questa energia verso il cambiamento sia gestita in modo competente, efficace e, soprattutto tempestiva, anche a livello normativo.

12 tecnologie per la decarbonizzazione delle città: il report

Oggi le nostre città sono responsabili di oltre due terzi del consumo di energia a livello mondiale e generano più del 70% delle emissioni globali di CO2.

Nel report Sustainable disruption: 12 decarbonising technologies for cities Economist Impact identifica e presenta le tecnologie che più di altre potranno contribuire a ridurre la carbon footprint delle città e le emissioni a livello globale.

Nella ricerca, commissionata dallo studio legale internazionale Osborne Clarke, sono state analizzate ben 26 tecnologie e, per ognuna, si sono considerati i livelli di utilizzo e di investimento in dieci città mondiali – ordinate dalla più performante alla meno performante, sono Barcellona, Seul, Parigi, New York, Londra, San Francisco, Delhi, Berlino, Singapore e Firenze – selezionate sulla base dei loro livelli emissivi – secondo l’Onu particolarmente elevati – e sull’impegno dichiarato di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050.

Tra queste tecnologie, lo studio si concentra su 12, già destinatarie di ingenti quantità di investimenti o facilmente scalabili, con il potenziale necessario per aiutare le città a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio prefissati.

Le principali conclusioni del report di Economist Impact

Le tecnologie che supportano l’efficienza in tre settori chiave – edilizia e costruzioni, infrastrutture delle città e trasporti – avranno il maggiore impatto sul processo di decarbonizzazione urbano.

Queste includono le pompe di calore ad alta efficienza, i sistemi di teleriscaldamento/teleraffreddamento e gli smart grid e smart meter (reti e contatori intelligenti). Tutte migliorano l’efficienza energetica e ottengono un buon punteggio in termini di impatto.

Le nascenti tecnologie smart (come i veicoli autonomi, la mobility as a service e i digital twin) potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, ma le prove della loro efficacia sono ancora frammentarie e necessitano di ricerche più rigorose.

Il loro impatto sarebbe notevolmente migliorato se ad alimentarle fossero fonti di energia rinnovabile.

La mancanza di politiche di incentivazione sta influenzando negativamente l’adozione di alternative al cemento e calcestruzzo a basse emissioni di carbonio. Il cemento è, a livello globale, il maggior prodotto fabbricato per massa ed è responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO2.

Al contrario, gli obiettivi nazionali/regionali sostenuti da fondi pubblici hanno giocato un ruolo vitale nella diffusione dei contatori e delle reti intelligenti.

Altre tecnologie che hanno un alto potenziale di impatto e scalabilità ma che ricevono basse quantità di finanziamenti sono la waste robotic e le tecnologie vehicle to grid.

I fondi pubblici hanno aiutato ad avviare la diffusione dei veicoli a idrogeno, delle pompe di calore ad alta efficienza e dei sistemi di teleriscaldamento e teleraffreddamento ma, per radicarsi nelle città prese in esame, richiedono investimenti molto maggiori.

Le soluzioni high-tech e smart tendono ad attrarre il maggior numero di investimenti o il maggior numero di investitori. Tali soluzioni includono i veicoli autonomi, le unified communication e i contatori/reti intelligenti.

Le azioni più importanti che le amministrazioni, su scala nazionale e municipale, possono intraprendere nel settore dell’edilizia e delle costruzioni sono incoraggiare la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e introdurre nuovi e più severi standard per le nuove costruzioni.

L’articolo 12 tecnologie che possono ridurre l’impronta di carbonio delle città è stato pubblicato su Magazine Green Planner.

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