La crisi causata dalla pandemia può essere la scintilla per rinnovare il settore agricolo che, grazie a Pnrr e nuova Pac, può accelerare nell’adottare pratiche che lo rendano più sostenibile. La fotografia del settore nell’annuario 2020 del Crea
È stato reso disponibile dal Crea (Consiglio per la ricerca e l’analisi dell’economia agraria) l’Annuario dell’agricoltura italiana 2020 (consultabile a questo link).
Si tratta della 74esima edizione – la prima vide le stampe nel dopoguerra, precisamente nel 1947 – e sin dall’ora rappresenta la più completa e accurata fotografia dello stato di salute del mondo agricolo italiano.
Questi ultimi tempi sono caratterizzati dalla crisi pandemica che ha stravolto nel giro di poco tempo abitudini e stile di vita della gente e le ripercussioni sul mondo dell’agroalimentare ci sono state, anche se nel complesso il sistema agricolo ha retto meglio di altri settori.
Infatti, nel 2020 per la prima volta la bilancia commerciale ha fatto segnare un attivo: le esportazioni made in Italy hanno superato le importazioni.
“L’Annuario dell’agricoltura italiana – ha dichiarato Carlo Gaudio, presidente del Crea, in occasione della presentazione del volume – sin dal 1947 fornisce una visione di insieme sulle caratteristiche e le dinamiche attuali del sistema agroalimentare nazionale, evidenziandone le linee evolutive“.
Entrando di più nel dettaglio dei numeri il sistema agroalimentare italiano ha confermato di essere uno dei settori chiave della economia di questo Paese. Mentre nel 2020 il Pil ha avuto una caduta dell’8,9%, la contrazione in valore del settore agricoltura, silvicoltura e pesca ha fatto registrare un -2,5%.
Per quanto riguarda il fatturato dell’agroalimentare c’è stata una contrazione del 4,8%, soprattutto per la caduta verticale della ristorazione (-42,7%) che a causa delle restrizioni dovute al Covid ha perso circa 34 miliardi di euro, non compensati dal delivery e dall’asporto.
Ha sofferto di questo blocco anche il segmento dell’agriturismo che negli ultimi anni aveva rappresentato una importante voce nel bilancio di molte aziende agricole. Nel complesso il fatturato dell’agroalimentare italiano pesa per il 17% sul sistema economico tricolore con un valore di oltre 512 miliardi di euro.
Il bicchiere mezzo pieno è rappresentato dal contributo alla bioeconomia da parte dell’agricoltura e dell’industria alimentare che rappresentano il 63% del fatturato totale, stimato in circa 317 miliardi di euro, dato che colloca l’Italia ai vertici europei assieme a Germania e Francia.
Rispetto al totale dell’economia italiana questo il peso della bioeconomia è salito al 10,2% per effetto della maggior tenuta di queste filiere rispetto ad altri settori. Segno che agli italiani i prodotti biologici piacciono e sono stati scelti e acquistati anche durante la crisi.
Proprio il settore del biologico e quello dell’agricoltura sostenibile potrebbero avere un impulso positivo con il Pnrr e la nuova Pac. Entrambe queste misure spingono verso la transazione ecologica e digitale e possono delineare il futuro del mondo agricolo italiano.
Grazie ai fondi del Pnrr e della Pac innovazione e sostenibilità diventano obiettivi da raggiungere da parte delle aziende agricole; basti pensare che oggi la digitalizzazione e l’agricoltura di precisione sono ancora marginali, nonostante i risultati positivi che garantiscono.
La produzione di energia attraverso pannelli solari e biomassa ha molti spazi di crescita e dovrà essere percorsa dagli agricoltori, soprattutto perché la politica intende ridurre gli incentivi pubblici alle pratiche non sostenibili.
A completare l’Annuario 2020 il Crea ha prodotto anche tre monografie:
Spesa pubblica in agricoltura
Mercato fondiario
Impiego degli immigrati nel settore agricolo italiano
Si tratta dei risultati di analisi di lungo periodo (dal 2000 a oggi) e sono state svolte dal Centro di Politiche e Bioeconomia del Crea. Queste serie storiche evidenziano il cambiamento del mondo agricolo in questo secolo e sono uno strumento per meglio capire le dinamiche del lavoro, dei contributi e del valore della terra.
“Tre contributi di approfondimento – ha sottolineato Roberto Henke, direttore del Centro di Politiche e Bioeconomia del Crea – su altrettante tematiche di grande rilevanza per il sistema agroalimentare nazionale, che aiutano a far luce sulle dinamiche dei primi vent’anni del nuovo millennio, un periodo di intensa trasformazione dell’agricoltura e di un suo riposizionamento nel sistema economico nazionale“.
Per l’agricoltura italiana si apre dunque un nuovo capitolo; forti del successo del made in Italy all’estero e grazie ai fondi del Pnrr e Pac si può valorizzare la qualità rendendo tutto più sostenibile grazie a nuove pratiche più rispettose dell’ambiente e della biodiversità.
testo redatto da Maurizio Ferrari
L’articolo Il Crea, nel suo annuario, racconta di una agricoltura pronta a cambiare è stato pubblicato su Magazine Green Planner.