gestione dei dati

Quali saranno le aree strategiche per la vostra azienda nei prossimi 5 anni? Alla domanda che Idc ha rivolto ai Ceo intervistati nella sua ricerca l’80% indica i dati, in particolare l’uso dei dati nei modelli decisionali, allo scopo di ottenere un vantaggio competitivo.

Nonostante l’ovvia risposta – da mesi si sente infatti dire che i dati sono il nuovo petrolio e l’assunto, bene o male, è per forza di cose entrato in testa ai decisori aziendali – la maggior parte delle imprese non sa però quanto valore stia davvero ottenendo dai dati di cui dispone.

Per questo serve loro un’azione di alfabetizzazione dei dati che, insieme a nuove tecnologie le aiuteranno a raggiungere una maggiore consapevolezza, reagire più rapidamente agli eventi, supportare un insieme più ampio di decisioni o automatizzarne alcune.

Ecco allora che nell’attuale scenario competitivo i dati e l’intelligenza a essi collegata rappresentano un’opportunità unica per creare un valore inimmaginabile.

Gli algoritmi stessi stanno trasformando la società, le imprese e le regole della competizione.

Alfabetizzazione dei dati, lo scenario futuro

Idc stima che entro il 2024 le aziende che riusciranno a rendere operative soluzioni di gestione, integrazione e analisi dei dati basate su tecniche di machine learning vedranno raddoppiare la produttività dei dipendenti che lavorano in questi settori.

La prima generazione di database e di soluzioni di integrazione e analisi autonome o parzialmente automatizzate è già sul mercato. I primi casi d’uso stanno confermando le promesse di una minore necessità di dedicare tempo ad attività manuali come ottimizzazione dei database, backup e recovery, valutazione e correzione della qualità dei dati.

L’automazione, utilizzando tecniche combinate di intelligenza artificiale e machine learning, continuerà a progredire rapidamente man mano che le aziende implementeranno forme e metodologie di monitoraggio delle prestazioni e del comportamento.

La capacità di tenere sotto controllo, apprendere e spiegare tutti i dati relativi ai processi incentrati sui dati (dei sistemi e delle persone che li utilizzano) è ulteriormente abilitata dall’adozione di soluzioni di gestione, integrazione e analisi dei dati residenti nel cloud, in grado di soddisfare le esigenze dei clienti in termini di maggiore granularità.

Nei prossimi mesi, i continui aggiornamenti alle soluzioni di gestione, integrazione e analisi dei dati basate su architetture cloud native guideranno i processi di implementazione, manutenzione e sviluppo con conseguenti miglioramenti della produttività.

Cosa serve allora alle imprese per affrontare l’industrializzazione degli analytics e della data governance attraverso gli algoritmi?

Per Idc le imprese dovranno agire su più piani – tecnologico, organizzativo e culturale – puntando soprattutto su alfabetizzazione e metriche. Entro il 2022 un terzo delle grandi aziende avvierà iniziative formali di alfabetizzazione dei dati tra i propri dipendenti per promuovere una cultura data-driven e contrastare la disinformazione.

Quindi, entro il 2023, il 70% delle grandi aziende impiegherà metriche per misurare il valore generato dai dati, migliorando così i processi decisionali e l’allocazione delle risorse interne in tutta l’organizzazione.

In un recente studio di Idc sull’uso degli analytics, il 63% degli intervistati ha dichiarato di aver visto i benefici dei big data e dei progetti di analisi ma di non averli quantificati.

La mancanza di metodi per misurare il valore dei dati inibisce decisioni effettivamente informate su investimenti in dati, integrazione e analisi. Per compiere questo passo occorre anche un adeguato livello di alfabetizzazione aziendale.

L’alfabetizzazione dei dati non è solo la capacità di utilizzare in modo efficace gli strumenti di analisi o di intelligenza artificiale. È la capacità di leggere, lavorare, analizzare e discutere con i dati.

L’alfabetizzazione dei dati è fondamentale per un’azienda nel mondo odierno dei big data e dell’intelligenza artificiale quanto l’alfabetizzazione generale lo è per la capacità di apprendimento di una persona.

È una capacità che può e deve essere sviluppata a livello individuale e per l’impresa nel suo insieme.

Di Paolo Galli

Dal 1995 mi occupo di comunicazione online: ho lavorato in IBM, Microsoft e per oltre 15 anni in Virgilio come responsabile editoriale.