Il mondo vinicolo si apre a nuovi esperimenti: alcune cantine decidono di affinare i loro vini in alta quota a temperature sotto lo zero, mentre altre lo fanno immergendo le bottiglie in fondo al mare.
In Italia i racconti e le leggende ci piacciono molto e forse è per questo motivo che anche il vino, bevanda la cui produzione nella nostra penisola comincia attorno al 1000 a.C, è divenuto, nel corso degli anni, oggetto di molte storie.
Diverse sono, infatti, le realtà vinicole che hanno scelto di intraprendere una strada innovativa per farsi raccontare e visitare.
Partiamo dai paesaggi dell’alta quota, precisamente in val Camonica nel parco dell’Adamello: qui il vino sta testando, per la prima volta, l’affinamento all’interno di un igloo, realizzato dall’artista Ivan Mariotti, situato a 2000 metri di altezza.
A partecipare all’esperimento sono state la cantina Bignotti con il deposito dei suoi vini rossi Igt e i suoi spumanti Supremo e Brut metodo classico e il Consorzio vini di Valcamonica, formato da 12 cantine, con la collocazione di una trentina di vini fra bianchi, rossi e passiti.
Accanto all’idea di creare un prodotto nuovo e senza uguali, l’iniziativa, supportata scientificamente da Unimont, Università della montagna – polo di eccellenza dell’Università degli studi di Milano, con sede a Edolo – ha l’obiettivo di indagare come le temperature climatiche fredde dell’alta quota possano apportare miglioramenti all’affinamento dei vini locali.
Per farlo, verranno effettuate una serie di analisi chimico-fisiche e organolettiche sia sui vini depositati in quota sia su quelli lasciati in cantina a valle che permetteranno di comparare i risultati ottenuti.
Un esperimento che intende apportare innovazione al vino, ma che vuole anche sottolineare la potenzialità e difendere la specificità dei territori montani.
Inoltre, durante la prossima stagione estiva anche i turisti che trascorreranno le proprie vacanze in Val Camonica potranno assaggiare i risultati ottenuti dall’esperimento.
Dalla montagna al mare
Tuttavia, il ghiaccio e l’alta quota non sono i soli a rappresentare la casa dei prodotti vinicoli. Un altro caso piuttosto esemplare è quella dello spumante Abissi, prima bollicina italiana invecchiata in mare.
Prodotto a Portofino dalla cantina Bisson, lo spumante, un metodo classico Doc a dosaggio zero, viene immerso, per un periodo di 18 mesi, sui fondali marini di Portofino, a una profondità di 60 metri, all’interno di gabbie di acciaio inox, a una temperatura costante di 15°C.
Trascorso il periodo di affinamento, alcune delle bottiglie vengono ripescate e sboccate, mentre la restante parte è soggetta a un ulteriore affinamento nella miniera sotterranea di Gambatesa, situata a Genova.
Amanti del mare e della montagna, ce n’è per tutti i gusti: non resta che sbizzarrirsi.
Crediti immagine: Depositphotos
L’articolo Affinare i vini ad alta quota e nei posti più strani è stato pubblicato su Magazine Green Planner.