Le associazioni ambientaliste chiedono all’Europa di rivedere i calendari di apertura della caccia, come conseguenza ai cambiamenti climatici che hanno mutato le abitudini migratorie degli animali
Anche gli uccelli si adattano ai cambiamenti climatici e spostano il calendario delle migrazioni. Così, per esempio, il tordo bottaccio e l’alzavola l’hanno anticipata di ben 10 giorni.
Non è solo una curiosità questa, ma una battaglia che le associazioni ambientaliste, calendario in mano, hanno combattuto a Bruxelles chiedendo il processo di revisione delle date di migrazione degli uccelli – il cosiddetto Documento Kc (Key concepts) – con maggiori protezioni per gli uccelli in Italia.
Il risultato complessivo del lavoro della Commissione europea prevede dunque che, a partire dalla prossima prossima stagione venatoria, la caccia debba essere chiusa entro il 31 dicembre per tutte le specie di tordi ed entro il 10 gennaio per tutte le specie di uccelli acquatici, anche considerando il rischio di confusione tra specie non cacciabili e specie cacciabili.
Anche in questo caso, come per il tema dell’aria, il nostro Paese è a rischio di procedura di infrazione: Regioni e il ministero della Transizione ecologica, avvisa la Lipu, devono prendersi carico della nuova risoluzione.
Il nuovo documento scientifico europeo conferma le date di migrazione italiane, a lungo contestate dal mondo venatorio.
“Messo finalmente un punto sui periodi di caccia – afferma Giovanni Albarella, responsabile del settore Caccia e antibracconaggio della Lipu – ora è fondamentale risolvere la questione della caccia alle delle specie in cattivo stato di conservazione, cominciando dal divieto di caccia su moriglione, pavoncella e tortora selvatica“.
La stagione venatoria 2021/22 è stata caratterizzata dai numerosi ricorsi al Tar promossi dalle associazioni ambientaliste che hanno visto vittoriose le loro ragioni, costringendo quasi tutte le Regioni che avevano inserito queste specie nei loro calendari venatori a fare dietrofront rispetto alla loro cacciabilità di queste tre specie.
Oltre a ridurre i tempi di caccia vanno – sempre secondo la Lipu – escluse le specie in cattivo stato di conservazione dalla lista delle specie cacciabili (come per esempio, oltre alle citate, anche pernice bianca, coturnice e allodola.
Intanto, godetevi questa bellissima clip sul volo degli storni (nel video c’è anche un’intervista a Stefania Melillo, ricercatrice dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr-Isc di Roma).
La firma è del gruppo di ricerca Roma Cobbs (Collective behaviour in biological systems), nato dalla collaborazione Cnr e Università La Sapienza di Roma, che è riuscito a filmare uno stormo di storni nel loro ambiente naturale.
L’intento del gruppo è quello di studiare il segreto del comportamento collettivo, fenomeno molto diffuso non solo nel regno animale ma anche in ambito sociale ed economico.
Studiare il meccanismo alla base del comportamento collettivo negli uccelli può contribuire alla comprensione di una classe di fenomeni molto più ampia, essenzialmente quella dei sistemi complessi. Per questo deve essere ancora più caro a noi tutti.
L’articolo Cambiare le date della caccia. Ecco perché… è stato pubblicato su Magazine Green Planner.