I nibbi reali sono in via di estinzione, anche a causa delle tecnologie dell’uomo. Ma c’è chi li protegge. Come l’associazione campana Ardea
Volano sulle nostre teste incuranti di tutto quello che gli uomini hanno creato attorno. E così spesso cadono nella trappole di pale eoliche o altre tecnologie di cui però l’uomo non può più fare a meno.
Stiamo parlando dei nibbi reali (Milvus milvus), rapaci dal piumaggio molto appariscente e abilissimi veleggiatori se non che la loro vita si fa sempre più difficile.
Ma c’è chi li protegge, o almeno li osserva per evitare che corrano rischi. In Campania è attiva l’associazione Ardea che ha già segnalato la scomparsa di un dormitorio di 35 individui, nel 2016 in Alta Irpinia (Vallata – Av), coincidente con il progressivo incremento degli impianti eolici nella zona.
La protezione dei nibbi nei mesi invernali
Durante la stagione invernale molti nibbi reali, provenienti dalle latitudini più settentrionali si stabiliscono nelle regioni europee più a sud dove, durante le ore notturne, formano dei dormitori (roost) composti da un numero variabile di individui.
Dal 2011 un censimento dei nibbi reali svernanti condotto su scala europea, nell’ambito del progetto Eurokite, ci ha permesso di conoscere un po’ meglio le abitudini di questa specie che è ormai inserita dall’Iucn come Near Threatened.
“Altre minacce alla sopravvivenza della specie – racconta a Greenplanner.it Marcello Giannotti, ornitologo dell’associazione Ardea – sono, in generale, l’avvelenamento indiretto causato dall’utilizzo di rodenticidi per combattere la presenza di topi in agricoltura, la folgorazione con le linee elettriche, la contrazione delle aree boscate e l’incremento dell’agricoltura intensiva che comporta a una riduzione della variabilità degli ambienti e del paesaggio, il bracconaggio, l’avvelenamento diretto causato dall’immissione illegale in natura di bocconi avvelenati destinati ai predatori (volpi, lupi, corvidi), la riduzione del pascolo brado a favore dell’allevamento in stalla.
Naturalmente alcune minacce sono comuni a tutti i territori altre invece sono maggiormente legate a contesti territoriali locali. Per esempio in Campania ritroviamo soprattutto l’eccessiva presenza di eolico in zone naturali, casi di bracconaggio e la trasformazione del paesaggio naturale tradizionale a favore dell’agricoltura e dell’allevamento intensivi“.
Un volo verso la sopravvivenza
Proprio in questi giorni sono stati rinvenuti due dormitori uno dei quali in provincia di Salerno e l’altro in provincia di Avellino, per un totale di 79 individui censiti; non è stato invece confermato il dormitorio cilentano, di oltre 20 individui trovato lo scorso anno.
“L’attività di censimento dei dormitori invernali di nibbio reale – continua Giannotti – assume particolare rilievo in quanto consente di verificare la presenza e il trend di questa specie sempre più rara“.
In azione per la salvaguardia del nibbio in Campania troviamo anche Arnaldo Iudici, Roberta Teti, Nicola Campomorto, Salvatore Ferraro, Massimo Garufi, Mauro Ciociano, Aurora Civilla, Tullia Guardia, Giorgia e Conchita Riccio, Florian e Larsen Miinea.
L’articolo In volo con i nibbi è stato pubblicato su Magazine Green Planner.