Nasce a Bologna l’iniziativa Punto Sostenibilità, un archivio con migliaia di referenze di 100 aziende del settore della moda.
Le piccole manifatture della moda hanno bisogno di supporto per evitare le chiusure. Bisogna spiegare loro che devono trasformarsi in imprese Sostenibili ed entrare in network. Altrimenti le vedo male. Cosi, parla Alberto Masotti, già presidente La Perla e patron della Fondazione Fashion Research Italy.
Da Bologna, Masotti indica la strada: “Prevediamo grandi investimenti in questa direzione. E ci aspettiamo risultati molto pratici“. Uno di questi risultati è già in essere: Punto Sostenibilità.
Si tratta di un archivio che al momento contempla 1.500 referenze di 100 aziende: qui si trovano i “certificati verdi di tessuti, bottoni, cerniere. Campioni disponibili anche in digitale” come ci ricorda Claudia d’Angelo, responsabile del progetto.
C’è la lana riciclata, ma anche la seta rigenerata – al tatto simile al cachemire – tessuti e passamanerie realizzati con filati di giacenza attraverso l’impiego di telai tradizionali, composizioni con fibre miste rigenerate e ancora jersey in poliestere biodegradabile, buste e sacchi biodegradabili e compostabili per il packaging di prodotto, bottoni e zip realizzati con alluminio riciclato, nastri e fettucce in poliestere riciclato e molto altro.
Soluzioni già industrializzate e immediatamente disponibili per la produzione in piccola o larga scala.
Un’impresa co-finanziata dalla Regione Emilia-Romagna che riconosce nel comparto Moda del territorio un grande volano per cui 100 milioni di finanziamenti arriveranno a breve.
Li assicura Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e lavoro della Regione.
La via della conoscenza, che collega plessi culturali a quelli produttivi e logistici, altro progetto in fieri della Regione, completa la tendenza: il mondo della moda deve rigenerarsi e creare nuove trame sempre più ecologiche.
L’articolo Punto Sostenibilità, un’iniziativa per aiutare il mondo della moda è stato pubblicato su Magazine Green Planner.