Mandare mail, scrivere messaggi e inviare video, giocare online, ascoltare musica e guardare film in streaming… Tutte azioni apparentemente immateriali, ma che in realtà sono associate a consumi ed emissioni crescenti. Si moltiplicano le iniziative per ridurle, tra elenchi di buone pratiche e miglioramenti tecnologici

L’elenco delle azioni che ciascuno di noi può compiere per ridurre i propri consumi di energia è lungo e dettagliato: spegnere le luci quando si esce da una stanza, usare lampadine ad alta efficienza, scegliere elettrodomestici a basso consumo ed evitare di tenerli in standby, abbassare i condizionatori e il riscaldamento (che evita anche raffreddori fuori stagione).

Si tratta di accorgimenti che, per fortuna, sono ormai entrati nelle routine quotidiane di moltissime persone, che oltre a ridurre il proprio impatto sull’ambiente riescono così a risparmiare un bel po’ di soldi.

Tuttavia, resta ancora una sorta di punto cieco nell’attenzione anche dei più avveduti: le apparecchiature digitali e le attività online non sono quasi mai menzionate quando si parla di emissioni di gas serra e di cambiamenti climatici.

Se è vero che si tratta di un settore che investe moltissimo per migliorare la propria efficienza e per approvvigionarsi da fonti di energia rinnovabili, è vero anche che secondo l’International Energy Agency i data center e le reti per la trasmissione dei dati pesano oggi per l’1% dei consumi globali di energia, percentuale che cresce ancora se si tiene conto dei consumi associati alle criptovalute.

Anche se si tratta di percentuali ridotte, a preoccupare gli analisti della Iea sono le percentuali di crescita del settore, destinato a una fortissima espansione nei prossimi anni.

Come ridurre i consumi digitali

Se restano fondamentali l’intervento dei legislatori e la spinta a incrementare l’efficienza da parte delle aziende, è anche vero che le azioni che facciamo (o non facciamo) ogni giorno con i nostri device elettronici hanno un peso non trascurabile.

Proprio sui comportamenti più utili al fine ridurre la propria carbon thumbprint (l’impronta di carbonio della nostra vita digitale) si concentra il Manifesto per un digitale sostenibile, uno dei tre step su cui è articolato lo Zero emission digital, un progetto presentato nel corso dello Iab Forum che si è tenuto online dal 16 al 18 novembre scorsi.

Diverse le buone pratiche raccolte nel manifesto, che consiglia di evitare di tenere in archivio file vecchi, magari in più cartelle, di rimanere iscritti a newsletter che non vengono aperte e di lasciare accesa la webcam se non serve.

Ancora, per risparmiare energia non bisogna lasciare aperti i programmi che non servono ed è meglio cancellare le app che non vengono usate.

Si può poi abbassare la luminosità dello schermo, limitare l’invio delle mail ai destinatari necessari, ridurre le dimensioni degli allegati, scaricare i brani per ascoltarli offline e salvare le pagine più consultate per ridurre l’utilizzo dei motori di ricerca.

Indicazioni preziose, se si considera che, secondo una ricerca condotta su un campione di 1.000 persone e presentata nel corso del forum, solo il 14% degli intervistati dichiara di essere consapevole degli effetti sul clima della propria digital life, che viene comunque percepita come molto meno impattante rispetto a quella reale.

Per fortuna, sono già disponibili strumenti che permettono di ridurre la propria impronta di carbonio. Skebby.it è una piattaforma che permette l’invio massivo di Sms, un sistema di comunicazione con un impatto ambientale decisamente più basso rispetto a tecnologie analoghe.

Se per un Sms si parla infatti di 0,014 grammi di CO2 equivalente, per una mail si arriva a 4 grammi, che possono diventare 50 se ci sono allegati.

Un elemento in più da tenere in considerazione, utile soprattutto per quelle aziende che mandano ogni giorno un gran numero di messaggi per monitorare e confermare spedizioni o appuntamenti oppure per finalità di marketing.

L’articolo L’insostenibile leggerezza dei consumi digitali è stato pubblicato su Magazine Green Planner.

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