Fermare la deforestazione, un accordo c’è

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Fermare la deforestazione e riforestare le aree degradate sono due tasselli fondamentali nelle strategie per contrastare i cambiamenti climatici e contenere l’aumento delle temperature globali.

Le foreste sono tesori di biodiversità e, anche per questo, vanno tutelate e rigenerate. La partita, però, è complicata: servono investimenti, conoscenze e interventi sul campo che possono durare anche anni.

Il nostro Paese, grazie ai suoi agricoltori, può dare un contributo importante a vincere queste sfide…

Lo scenario delle foreste sul nostro Pianeta

Oltre a parecchie piccole estinzioni, nella storia della Terra si contano 5 estinzioni di massa, ciascuna in grado di cancellare oltre il 75% delle specie viventi sul pianeta.

Tutte, fino a oggi, sono state causate da una combinazione di eventi naturali che, secondo le spiegazioni più accreditate, hanno modificato la chimica degli oceani e dell’atmosfera. Fino ad arrivare a condizioni intollerabili per un gran numero di specie e causarne, appunto, l’estinzione.

Anche se non mancano le voci contrarie, nell’opinione di buona parte della comunità scientifica gli attuali livelli di perdita di specie, calcolati rispetto a quello che sarebbe il tasso di sfondo (il numero di specie che scompaiono naturalmente), ci proietterebbero nel mezzo della sesta estinzione di massa.

Con una differenza, che balza agli occhi con chiarezza: quello attuale è un processo che è stato iniziato e che viene portato avanti da una sola specie.

Che, oltre ad alterare la chimica di oceani e atmosfera, come facevano le gigantesche eruzioni vulcaniche o gli asteroidi milioni di anni fa, sta trasformando anche l’aspetto fisico e la struttura delle terre emerse. Lo fa scavando miniere e costruendo strade, edifici, porti, dighe, aeroporti e altre infrastrutture più o meno colossali.

Ma, soprattutto, lo fa tagliando alberi. Secondo lo State of the World’s Forests della Fao, le foreste intatte sono circa la metà di quelle originarie e anche se tra il 2015 e il 2020 il tasso di deforestazione è calato rispetto agli anni Novanta, dal 1990 sono stati comunque persi circa 420 milioni di ettari di foresta.

Numeri che si traducono in impatti pesantissimi sulla biodiversità, considerato che le foreste ospitano l’80% delle specie di anfibi, il 75% di quelle specie di uccelli e il 68% delle specie di mammiferi. Inoltre, circa il 60% di tutte le piante vascolari si trovano nelle foreste tropicali.

Come se non bastasse, le foreste sono pozzi che assorbono e stoccano il carbonio: a livello globale, negli alberi sono stoccate circa 400 Gigatonnellate di carbonio e più del doppio nei suoli.

Assieme agli oceani, le foreste sono i nostri migliori alleati nella lotta ai cambiamenti climatici: lo sono ancora, ma il rischio è che l’innalzamento delle temperature, le variazioni nei regimi delle piogge e le siccità, gli incendi e le variazioni nella loro composizione legate alla deforestazione possano trasformarle in emettitori di carbonio, complicando enormemente la lotta ai cambiamenti climatici (gli oceani, per fortuna, assorbono più carbonio di quanto ne rilasciano).

Che sia per il loro patrimonio di biodiversità, o per la loro capacità di tamponare le nostre emissioni di anidride carbonica, le foreste devono quindi essere tutelate.

Dalla Cop26 in corso a Glasgow arrivano, per una volta, buone notizie su questo tema. I rappresentanti di oltre 130 paesi, che assieme ospitano quasi il 90% delle foreste, hanno sottoscritto un accordo per fermare la deforestazione entro il 2030 e per raggiungere questo obiettivo una decina di paesi, assieme ad aziende e donatori governativi e privati, hanno messo sul piatto oltre 20 miliardi di dollari per sostenere le comunità locali e le popolazioni locali.

Secondo Cia-Agricoltori Italiani, il nostro paese, che ha più di 11 milioni di ettari di superficie boschiva, oltre un terzo dell’intero territorio, può fungere da esempio per tutte le iniziative che mirano a proteggere gli alberi e le foreste.

In particolare, questo ruolo può essere svolto riconoscendo e valorizzando l’attività degli agricoltori che, soprattutto nelle aree montane e rurali, sono in prima linea nella difesa dei suoli e dei boschi.

Anche Pefc Italia, ente promotore della sostenibile gestione delle foreste, ha accolto positivamente la notizia dell’accordo di Glasgow, rimarcando come sia essenziale il contrasto alla deforestazione illegale.

Le aziende e i consumatori dovrebbero quindi esigere prodotti certificati, i soli in grado di assicurare che le foreste da cui provengono sono gestite in maniera davvero sostenibile.

Pefc sottolinea poi come in Italia e in Europa vada affrontato il tema dell’abbandono delle foreste e delle aree montane, che porta con sé problemi come l’incremento delle importazioni di prodotti con elevati livelli di deforestazione incorporata, l’aumento del rischio idrogeologico e la diffusione degli incendi, spesso legati all’incuria e alla mancata gestione delle foreste. Tutte criticità che vanno affrontate attraverso la prevenzione, la manutenzione e la gestione dei territori.

Purtroppo, non mancano le cattive notizie. È risaputo che nei Tropici le foreste vengono abbattute per fare spazio a piantagioni di soia e pascoli per i bovini: Greenpeace ha denunciato che la foresta tropicale dello stato di Rondônia, nel nord del Brasile, è stata di recente interessata da un’ondata di abbattimenti, in larga misura illegali, per fare spazio a coltivazioni di soia.

Se tra il 2019 e il 2020 erano stati tagliati 589 ettari di foresta, tra agosto 2020 e luglio 2021 ne sono stati abbattuti 850, con un aumento del tasso di deforestazione del 44%.

Greenpeace chiede che l’Unione europea approvi rapidamente normative che impediscano l’ingresso sul mercato comunitario di prodotti e materie prime connessi alle violazioni dei diritti di popoli indigeni e alla distruzione di foreste ed ecosistemi essenziali.

E questo vale anche per il nostro paese, considerato che l’Italia è il terzo principale importatore dell’Ue dopo Paesi Bassi e Spagna e a livello internazionale è tra i primi cinque importatori di soia dallo stato brasiliano.

L’articolo Fermare la deforestazione, un accordo c’è è stato pubblicato su Magazine Green Planner.