Qualsiasi attività umana porta a dare vita a una certa quantità di inquinamento. Oggi si utilizza il concetto di impronta di carbonio, che chiunque lascia sul Pianeta e sull’ambiente.
Anche utilizzare un e-commerce, da parte dei clienti e del venditore, porta a rilasciare inquinamento nell’ambiente, sotto vari punti di vista.
Oggi però esistono diverse tecniche che permettono di ridurre al minimo la carbon footprint di un e-commerce, valutando la questione sotto ogni suo particolare aspetto.
Come inquina un sito web
Considerando il concetto di sito web in senso lato, oggi occupare dello spazio in rete porta necessariamente a produrre inquinamento.
Inquina l’azienda che ci offre lo spazio sul web, con i suoi server, così come i suoi dipendenti, andando al lavoro con mezzi di trasporto inquinanti o utilizzando stampanti, computer e varie altre attrezzature.
I modi per ridurre l’impatto di ognuno di questi diversi aspetti oggi però ci sono: si può scegliere di affidarsi ad aziende che offrono un servizio di hosting rispettoso dell’ambiente, ossia uno spazio in rete proposto inquinando il meno possibile.
È il caso del web hosting sostenibile di Ionos, che sfrutta energia verde al 100%, utilizza infrastrutture a ridotto impatto ambientale e minimizza le emissioni di CO2.
Si parte dall’utilizzare energia ottenuta interamente da fonti rinnovabili, per arrivare fino a ridurre al minimo l’utilizzo di carta negli uffici dell’azienda e a offrire ai dipendenti la possibilità di usufruire gratuitamente o a prezzo agevolato di mezzi pubblici per recarsi in ufficio.
Le possibilità di riduzione dell’impronta ambientale sono numerose, alcune delle quali passano anche attraverso il costante aggiornamento hardware e software dei server, così come il riciclo del materiale non più utilizzato.
La carbon footprint di un e-commerce
In effetti tutte le attività umane hanno una loro propria carbon footprint; produciamo inquinamento andando a fare la spesa, recandoci al lavoro, decidendo di uscire a cena o di andare al cinema; così come quando facciamo il bucato o acquistiamo prodotti in rete.
Nei fatti, per rendere minima la carbon footprint di un e-commerce, approfittare di un servizio di hosting sostenibile non è sufficiente. Serve anche dedicarsi a diverse altre attività centrali, che rendono efficiente ed efficace l’intero processo di vendita online.
L’inquinamento correlato a un e-commerce deriva infatti anche dal carburante utilizzato per il trasporto dei pacchi, dalla quantità di imballaggi, soprattutto se non si fa attenzione agli sprechi, e dalla gestione dei resi.
Ciononostante, per ognuna di queste voci si possono trovare valide alternative, oltre che fare in modo di ridurre al mimino l’emergere di problemi durante l’intero processo.
Perché numerosi tentativi di consegna causati da scarsa comunicazione tra corriere e cliente portano inevitabilmente a un maggior spreco di carburante, pacchi preparati con materiale non riciclabile o con prodotti non idonei portano a una maggiore impronta sull’ambiente rispetto all’utilizzo di carta o altro materiale interamente riciclabile e via dicendo.
Ma, con alcuni accorgimenti, queste problematiche possono essere facilmente evitate.
Cosa può fare chi gestisce un e-commerce
Il primo passo sta nel rendersi conto di quando e dove si inquina in modo maggiore. È necessario analizzare quali sono gli aspetti del processo all’interno dei quali si produce un inquinamento che può essere evitato: spreco di packaging, gestione non efficiente del magazzino, server del sito troppo inquinanti.
Peresempio, il materiale da imballo ecocompatibile oggi esiste ed è già in commercio, a volte è più costoso rispetto agli imballi tradizionali ma è possibile farlo rientrare nell’economia di scala dell’e-commerce, anche semplicemente rendendo consapevoli i propri clienti.
Come abbiamo detto, ci si può poi rivolgere a società di hosting che offrono un modello il più sostenibile possibile, oltre ovviamente a cercare di implementare il medesimo modello anche all’interno dell’e-commerce stesso, per quanto riguarda per esempio la gestione del personale, l’utilizzo dell’energia elettrica e l’uso di materiale di ufficio.
L’articolo Web: un e-commerce sostenibile è possibile? è stato pubblicato su Magazine Green Planner.