Nuovi incentivi economici per ridare vigore ai prodotti e ai produttori del settore agroalimentare, in particolare a quelli italiani: il bando Ismea Investe punta al rilancio della filiera garantendo l’accesso al credito.
Ismea Investe mette a disposizione – dal prossimo 15 novembre e fino al 14 gennaio 2022 – 60 milioni di euro per imprese, anche quelle di nuova costituzione, cooperative, società di capitali della produzione agricola primaria, della trasformazione industriale di prodotti agricoli e nella distribuzione e nella logistica.
È lo strumento finanziario partecipativo dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare – Ismea e del Ministero delle Politiche agricole, derivato dai fondi del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (Psrn), che sostiene i progetti di sviluppo produttivo e commerciale delle società del comparto agricolo e agroindustriale (maggiori informazioni online).
Nuove importanti cifre a 7 zeri, quindi, per rilanciare l’accesso al credito delle politiche di sviluppo e di investimento del settore agroalimentare.
Un’occasione imperdibile, per superare alcune fragilità strutturali del settore, come quelle legate all’export e ai processi di digitalizzazione e, soprattutto, per avviare un percorso di sviluppo di lungo periodo, sempre più orientato alla sostenibilità.
Anticipazioni sui progetti che saranno finanziati da Ismea Investe
Lo strumento finanziario di Ismea Investe, sarà particolarmente interessato ai progetti innovativi dal punto di vista tecnologico, della transizione ecologica e dell’internazionalizzazione, che prevedano delle forme di investimento materiale o immateriale del valore superiore ai 4 milioni di euro, per i quali l’intervento di Ismea Investe sarà compreso tra i 2 e i 20 milioni di euro.
I dati dell’agroalimentare per gli interventi di Ismea Investe
La filiera agroalimentare, secondo il report dello scorso marzo 2021 di Cassa Depositi e Prestiti, è il primo settore economico italiano, con un fatturato di oltre 500 miliardi di euro e quasi 4 milioni di occupati, che va ulteriormente sostenuto con dinamicità, facendo leva sulle eccellenze e sulla sostenibilità.
Come indicano gli stessi dati, in Italia, sono stati raggiunti dei traguardi interessanti sul fronte dell’agricoltura biologica, grazie alla diffusione delle Organic Farm come modello produttivo alternativo, con un grado di diffusione superiore alla media europea, raggiungendo il 15% contro il 7,5% dell’Ue.
Quindi per spingere in avanti il settore, sono fondamentali anche le iniezioni di ulteriori forme di finanziamento, come quelle messe in campo con Ismea Investe: dal finanziamento, al prestito partecipativo, all’acquisto di azioni, al prestito mezzanino, alla sottoscrizione di obbligazioni.
Il tutto per una durata compresa tra i cinque e gli otto anni e che, contemporaneamente, si avvale di un terzo finanziatore, che deve essere di valore pari o superiore a quello dell’Istituto bancario di riferimento.
Ismea ha una propria quota di intervento, che resta invariata nelle varie fasi di attuazione del progetto e diventa poi, un socio di minoranza della società beneficiaria, con la presenza di un proprio rappresentante negli organi sociali dell’impresa, per l’intera durata dell’investimento.
Il rendimento atteso dal progetto, le tempistiche e le modalità di uscita dall’investimento, da parte di Ismea, sono indicate al momento dell’approvazione del progetto e della relativa stipula del contratto tra Ismea e il beneficiario del finanziamento.
Presto altri finanziamenti per l’agricoltura 4.0
Anticipiamo un’altra opportunità di finanziamento: a breve saranno disponibili ulteriori occasioni per il comparto agricolo.
Un altro bando del Ministero delle Politiche agricole è infatti alle porte, quello del Pnrr per l’agricoltura 4.0.
I contributi che derivano dal Recovery Plan, finanzieranno gli investimenti delle micro e piccole imprese del settore della produzione primaria dei prodotti agricoli e quelle della trasformazione di prodotti agricoli – in particolare dell’olio d’oliva – per l’acquisto di macchinari e attrezzature innovative che possano abbattere le emissioni inquinanti fino al 95% e ridurre l’uso di concimi chimici di una quota compresa almeno tra il 25 e il 40%.
Le spese ammissibili riguarderanno l’acquisto o il noleggio di trattori agricoli o forestali o di macchine agricole e forestali, che dovranno favorire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla strategia Farm to Fork.
Il Ministero prevede che i finanziamenti saranno erogati in forma di contributo in conto capitale. E l’agevolazione sarà pari al 40% per la maggior parte delle imprese che si candideranno, potendo raggiungere addirittura il 50% dell’agevolazione finanziaria per i giovani imprenditori.
L’articolo Da novembre accesso al credito per il rilancio della filiera agroalimentare è stato pubblicato su Magazine Green Planner.