Packaging flessibile, ecco come cambiano le esigenze del settore

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In occasione del congresso annuale di Giflex – associazione che raggruppa i produttori di imballaggi flessibili destinati al confezionamento di prodotti alimentari, farmaceutici, chimici e ad altre applicazioni industriali – le prospettive e le esigenze degli operatori del settore.

Un settore, quello dell’imballaggio flessibile, in continua evoluzione e moderno, con un time to market estremamente veloce per cogliere le indicazione e le sensazioni del suo mercato che, da una parte deve soddisfare i consumatori e, dall’altra, deve confrontarsi con le aziende produttrici e con chi, a valle del processo, confeziona i prodotti.

Uno scenario di riferimento che oggi più che mai è stotto strettissima osservazione per le normative stringenti e per il processo evolutivo che punta sempre di più su sostenibilità e riduzione dell’impronta di carbonio, sollecitate dal mercato e dai consumatori.

Va da sè che, essendo flessibile per definizione – come scherza anticipando i temi del congresso il presidente di Giflex, Alberto Palaveri – questo tipo di imballaggio può essere utilizzato in molte tipologie di confezionamento, grazie alla sua versatilità intrinseca e si adatta alle esigenze di una mercato nel quale i cambiamenti viaggiano veloci.

Mi piego ma non mi spezzo, verrebbe da dire sia per le qualità dei materiali – e la loro composizione – oggi utilizzati – “su macchinari che hanno tempi di ammortamento di decenni e che quindi si trovano a lavorare con materiali innovativi e moderni, a conferma della qualità tecnologica e delle capacità tecniche degli operatori del settore” conferma Palaveri – sia per la capacità delle imprese associate a Giflex che hanno una forte capacità di adattamento, che permette loro di restare competitive.

E di comunicare l’innovazione tecnologica e la sostenibilità: è questa la mission di Giflex, che viene annunciata nel corso del convegno Parole e orizzonti per un futuro flessibile di oggi.

Vogliamo raccontare perché facciamo quello che facciamo – continua Alberto Palaveriin questi mesi ci siamo resi conto di quanto sia importante condividere idee e opinioni che, in azienda e in associazione, nascono da discussioni, dati ed evidenze di mercato. Per questo Giflex ha deciso di iniziare un rinnovato percorso di comunicazione che prevede diversi step e nuovi strumenti“.

Comunicazione rivolta ai brand, per far capire loro le possibilità di innovazione e di riduzione degli impatti ambientali che si otterrebbero attraverso imballaggi flessibili progettati dall’inizio alla fine, ma anche di tutti gli altri operatori della filiera.

A monte a e valle di chi, nel mezzo, lavora per produrre i materiali di imballaggio. Anche per “aggregare la business community ed essere ascoltati dalla politica che, molto spesso, attua interventi normativi a discapito dell’industria” conferma il presidente di Giflex.

Quando invece si potrebbe mettere intorno a un tavolo tutti gli operatori coinvolti per trovare soluzioni green efficaci e sostenibili anche dal punto di vista economico.

Per questo, conclude Palaveri, “da alcuni mesi, abbiamo iniziato un percorso di condivisione dei nostri punti di vista e dei nostri valori sia in sede istituzionale che a livello di rappresentanza industriale: c’è ancora molta strada da fare ma stiamo già raccogliendo i primi frutti. Anche a livello associativo abbiamo aumentato i momenti di scambio all’interno di Assografici, della Federazione Carta e Grafica e con le associazioni di filiera: sempre nella convinzione che, insieme, si possano raggiungere con più forza obiettivi condivisi“.

L’articolo Packaging flessibile, ecco come cambiano le esigenze del settore è stato pubblicato su Magazine Green Planner.