È in continuo calo la produzione di miele in Italia, soprattutto di alcune specie con l’acacia, quasi assente non solo in Italia ma tutta Europa. Lo denuncia Conapi, il consorzio nazionale apicoltori che ha dato vita a Mielizia, brand che caratterizza i prodotti dei 600 apicoltori associati.
La produzione apistica ottenuta dai 110mila alveari italiani (per un calcolo di 5 miliardi di api) che compongono l’offerta di Conapi ha registrato un sensibile crollo in particolare per la varietà acacia, quasi a zero con medie di 1 kg ad alveare. In sofferenza anche gli agrumi e le produzioni estive.
Le cause sono diverse e più volte l’abbiamo evidenziato, ma oltre ai pesticidi, che possono essere fermati, è la crisi climatica a rendere arduo il lavoro delle api. La situazione di continua alternanza caldo torrido, ondate anomale di vento, bombe d’acqua e grandinate è fuori controllo.
“I fiori – spiegano in Conapi – non secernono più nettare e polline e le api, in sofferenza per il clima anomalo, non solo non producono miele, ma rischiano di non riuscire a fornire il loro determinante servizio di impollinazione alle colture agricole“.
Conapi lo denuncia anche con il nuovo spot pubblicitario affidando ai bambini l’allerta; in tv sentiremo le piccole voci bianche dire: “Voi grandi ci dite sempre di dire la verità. Eccola la verità. Dite che l’ambiente è importante, ma poi non fate niente. Niente per il Pianeta. Niente per noi. Siamo piccoli, ma non siamo invisibili, proprio come le api. Sapete che la maggior parte del cibo dipende da loro? Se le api sono in pericolo, noi siamo in pericolo“.
Nello stesso tempo continua il lavoro di recruiting sugli operatori di miele: dal 2010 al 2020 il numero di alveari Conapi-Mielizia è raddoppiato (viceversa la produzione si è ridotta di oltre la metà).
L’interesse dell’azienda è espandersi anche all’estero come spiega in questa video intervista Nicoletta Maffini, direttore generale Conapi-Mielizia.
“Le difficoltà delle api – sottolinea Maffini – sono un pericolo grave per la biodiversità, considerato che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e sono indispensabili al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori.
In media, una singola ape visita in genere circa 7mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono mele, pere, fragole, ciliegie, cocomeri e meloni, secondo la Fao“.
Intanto, Conapi fa letteratura riassumendo in un vero e proprio manifesto i principi ispiratori per un’apicultura biologica. “Con biologico – spiega il presidente di Conapi, Diego Pagani – intendiamo il processo di produzione che segue delle linee guida chiare da adottare“.
Tra queste anche le vernici usabili per le arnie, ma anche il posizionamento rispetto ad autostrade e campi intensivi. A oggi il 50% dei produttori Conapi operano in ambito biologico con capitolati sulla qualità del prodotto, più restrittivi rispetto alla media.
La qualità è anche il frutto di R&D ai massimi livelli. Mielizia è attivo nel condurre ricerche in collaborazione con università ed enti di ricerca al fine di produrre e divulgare evidenze scientifiche sui benefici del miele e degli altri prodotti dell’alveare.
Ha eliminato la plastica dalle proprie confezioni per l’e-shop e la sta progressivamente riducendo, con l’obiettivo di eliminarla anche su tutti i restanti prodotti e canali.
Tutto questo e altro emerge da quanto tracciato nel manifesto Insieme per la Biodiversità di Conapi/Mielizia, passaporto Esg di uno dei più importanti consorzi a tutela del miele nel mondo.
L’articolo I bambini scendono in campo per difendere le api a fianco di Conapi/Mielizia è stato pubblicato su Magazine Green Planner.