La nuova e corretta progettazione deve prevedere edifici che siano sostenibili nei confronti dell’ambiente, ma anche sicuri rispetto al rischio incendi.

Ha colpito tutti noi l’immagine della Torre del Moro di Milano, l’edificio residenziale di 20 piani che di recente ha preso fuoco, trovandosi in brevissimo tempo avvolta dalle fiamme per tutta la superficie della sua facciata.

Il grave incidente ha riportato l’attenzione del pubblico, delle aziende e degli addetti ai lavori sul tema dei materiali e della sicurezza antincendio.

Le indagini sono attualmente in corso e non ci sono ancora notizie ufficiali su cause e responsabilità ma, in attesa di queste, le aziende chiamate in causa e alcune associazioni di categoria hanno preso posizione nei confronti di una informazione che è stata in parte fuorviante e hanno chiesto chiarezza.

In seguito alle prime analisi pare che a bruciare sia stato il rivestimento esterno della facciata ventilata e non, come inizialmente detto, il sistema a cappotto.

In ogni caso è sicuramente importante sottolineare che la sicurezza antincendio delle facciate rappresenta un tema di assoluta rilevanza, tanto più oggi quando, anche sfruttando gli incentivi fiscali, si sta riqualificando un patrimonio edilizio esistente, spesso vetusto e privo di manutenzione.

La crescita degli interventi sulle facciate esistenti, dovuta all’introduzione del Superbonus 110% e agli altri bonus fiscali, sta infatti cambiando il profilo di rischio del parco edifici rispetto alla protezione dal fuoco.

Progettare edifici sicuri contro il rischio incendi

Per progettare e ottenere una facciata sicura, è indispensabile utilizzare sistemi certificati, con materiali incombustibili e non infiammabili, come per esempio le lane minerali, in euroclasse A1 o A2 di reazione al fuoco.

L’amministratore delegato di Rockwool Italia (la capogruppo è tra i player più importanti a livello mondiale nella realizzazione di prodotti e soluzioni sostenibili in lana di roccia), Paolo Migliavacca, ha commentato: “è estremamente positivo che ci siano considerevoli investimenti per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano; purtroppo, la normativa attuale consente ancora l’uso di materiali combustibili per l’isolamento e il rivestimento delle facciate di edifici. Ciò implica un incremento dei rischi in caso di incendio per le persone che vivono e lavorano in edifici di altezze elevate“.

Mirella Vitale, senior vice president marketing, communication e public affairs del Gruppo Rockwool in Danimarca, auspica che l’Italia allinei le sue normative a quelle di altri paesi europei introducendo il divieto dell’uso di materiale combustibile per l’isolamento e il rivestimento di edifici di una certa altezza o con un elevato profilo di rischio, come scuole, ospedali, luoghi di cura e altri che richiedono tempi di evacuazione più lunghi in caso di incendio.

Dopo l’incendio della Grenfell Tower di Londra nel 2017, la normativa inglese è stata formulata in modo da eliminare quelle ambiguità e soggettività che consentivano l’uso di materiali combustibili su edifici di altezza elevata.

Attualmente, infatti, è proibito l’uso di materiali combustibili per l’isolamento o il rivestimento delle facciate in tutti gli edifici oltre i 18 metri di altezza.

Alla stato attuale la normativa italiana prevede le linee guida del 2013 per le facciate, che sono state poi recepite nel decreto del gennaio 2019 relativo alla norme antincendio per gli edifici civili e requisiti di sicurezza antincendio delle facciate, con prescrizioni volte a ostacolare la propagazione di un eventuale incendio attraverso le facciate.

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Cristina Molteni: Laureata in architettura al Politecnico di Milano, si occupa di progettazione e di direzione lavori, con particolare attenzione agli edifici Nzeb e alle caratteristiche ecosostenibili dei materiali; svolge studi di fattibilità per lo sviluppo e la riqualificazione urbanistica | Linkedin

L’articolo Progettare edifici sostenibili, ma anche sicuri è stato pubblicato su Magazine Green Planner.

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